21 aprile ’15
Da Shymkent ci spostiamo in direzione Almaty, consapevoli che la destinazione facilmente non sarà raggiungibile. Sono ben 700 km e 11 ore di macchina, senza contare i vari imprevisti e controlli della polizia.
Le prime due ore sono le più difficili. Un poliziotto ci ferma per circa mezz’ora senza alcuna motivazione. Ce la caviamo con 20 dollari e una maglietta. Tutto il mondo è paese.
Stanno facendo molti lavori e spesso bisogna seguire delle deviazioni improvvisate ai lati della strada.
Passiamo attraverso dei villaggi dove ci fermiamo a rifornirci di frutta e acqua. Le signore sono molto gentili e ci regalano anche delle arachidi.
La catena montuosa del Tian Shan si presenta a noi con tutta la sua imponenza e sulla nostra destra ci accompagna lungo tutta la strada. Il paesaggio è inspiegabile a parole e le foto non rendono l’idea della magnificenza di quel luogo.
Comincia a fare buio e noi troviamo rifugio in un tir park in stile far west dove cantiamo e suoniamo la chitarra con Erald e alcuni camionisti ceceni di passaggio.
Ci rifugiamo sul Catobus aspettando l’alba.