CATO CANTO I PROFOGHI SENZA SENZA RETORICA ABBRACCIO TRA COLTURE
by on Ottobre 9, 2016 in News Press
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Nuovo disco in arrivo per il cantautore di Gandino Roberto Picinali, in arte «Cato». Il lavoro è anticipato da «African Boys», primo singolo che viene presentato con un videoclip girato da Emiliano Perani presso il campo di accoglienza Ruah di San Paolo d’Argon.

Cato non si ferma mai. Nel 2014 l’omonimo disco d’esordio, trainato da una tripletta di videoclip dagli ottimi riscontri su Youtube (36 mila visualizzazioni in tutto). L’anno scorso il viaggio in auto lungo la Via della Seta, una traversata di 15 mila km in 35 giorni dall’Italia a Hong Kong insieme alla sua chitarra per raccogliere fondi a favore di Emergency e Admo. Ora un nuovo disco, anticipato da «African Boys», primo singolo che viene presentato con un videoclip girato da Emiliano Perani presso il campo di accoglienza Ruah di San Paolo d’Argon.

«African Boys» è infatti una canzone roots-reggae dal ritornello incalzante che Cato dedica agli immigrati, dopo aver raccolto oltre cento testimonianze di profughi e immigrati economici con cui Roberto Picinali (questo il vero nome di Cato) è a contatto quotidianamente. Ma il brano è anche la colonna sonora delle celebrazioni per i venticinque anni di vita dellacooperativa bergamasca Ruah, nella quale Cato lavora come operatore presso una delle comunità di accoglienza della cooperativa.

Lontano da ogni pietismo e retorica del dolore, il video di «African Boys» affronta la tragica questione immigrati con uno spirito leggero e divertente. L’imprevedibile follia di Cato incontra la vitalità dei residenti nella comunità e le scanzonate coreografie dei Dynamite Crew. Il risultato è un clip che esprime tutta la speranza e la voglia di riscatto di chi è stato costretto ad abbandonare la propria terra d’origine.

L’atmosfera di «African Boys» rappresenta al meglio il mood di «+ Love – Stress», il disco roots di Cato in uscita a novembre. Un lavoro che torna alle radici della musica di Roberto (già componente della patchanka band Namastè) e mescola reggae, rock, blues, surf, folk ed elettronica, senza tralasciare le «classiche» e rotondissime ballad pop-rock in stile Cato e la consueta solarità contagiosa.

Nel segno di «+ Love – Stress» – slogan che vale anche come una dichiarazione di amicizia e accoglienza verso il prossimo – Cato è riuscito a coinvolgere nella lavorazione delle sue nuove canzoni ben ventuno musicisti, alcuni dei quali sono fra i migliori esecutori della scena musicale bergamasca. D’altra parte con la sua musica Cato ci ricorda che, nonostante tutto, la vita merita di essere vissuta perché c’è sempre un modo per cercare la felicità. E quando ci si ritrova nelle situazioni più stressanti delle nostre giornate a canticchiare mentalmente una delle sue canzoni allora viene decisamente voglia di dargli ragione.

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